La vita di Scorzè nel ‘400 e nel ‘500
In questo periodo, il centro della vita di Scorzè era costituito dalla chiesa e dalle abitazioni a sud della chiesa stessa. In particolar modo la grande aia, il grande cortile delle abitazioni prospicienti alla Chiesa in corrispondenza a quella serie di edifici chiamati il vaticano (corrispondente alla trattoria il Redentore). Diversi i fatti accaduti in questo periodo: dall’omicidio di Giampietro Favaro ad opera di due giovani; all’omicidio di Batista Broyo ucciso da alcuni giovani domenica 23 maggio 1489 nel territorio della Guizza; al ferimento di un tedesco, un certo Leonardo di Magdeburgo. Lo Spagnolo pensa che tali fatti criminosi e di violenza trovino la loro origine in contrasti di carattere economico: testamenti, doti o contratti di terreni.
Da un documento del 10 maggio 1520 veniamo a conoscenza della presenza in Scorzè della Famiglia Soranzo. Si tratta di una lite tra muratori. Quello che però a noi interessa è che si sta costruendo il Mulino Soranzo, più noto come Mulino dei Todori in Contea. E’ la prima documentazione della presenza della famiglia Soranzo a Scorzè, per stabilirsi successivamente nella bella villa al centro di Scorzè, che ancor oggi abbellisce il nostro paese.
La chiesa di Scorzè nel ‘400 e ‘500
La vita di Scorzè, come borgo rurale, è legata soprattutto alla vita della chiesa. Su ciò abbiamo un’ampia documentazione grazie alle periodiche visite pastorali. Dalle visite pastorali del 1400 veniamo a sapere che la chiesa di Scorzè dipendeva per i sacramenti da Trebaseleghe e che da poco era stata costruita la canonica. Nel 1493 abbiamo la prima testimonianza dell’esistenza di un ospedale a Scorzè. Quando si parla in questo periodo di ospedale dobbiamo intendere dei locali per l’ospitalità di pellegrini e viandanti.. Nel 1500 il cappellano di Scorzè, prete Bernardino, viene coinvolto nell’attentato al vescovo di Treviso. La congiura venne scoperta e padre Bernardino morì nel carcere di Treviso.
La Lega di Cambrai e l’incendio del castello di Noale.
L’avvenimento più drammatico per il veneziano e il nostro territorio è legato alla Lega di Cambrai, quando le forze nemiche di Venezia, guidate dal papa Giulio II sconfissero Venezia nella battaglia di Agnadello del 1509. In questa drammatica situazione venne attaccato e incendiato il castello di Noale il 2 ottobre del 1513. Secondo Stangherlin, la nascita della località detta Canove va fatta risalire a questi episodi storici. Da documenti da noi reperiti si può affermare che tale località esisteva già prima della distruzione del Castello di Noale. L’incendio di Noale, visibile, soprattutto la notte, da Scorzè, deve avere suscitato paura e timore nei nostri antenati.
Il territorio di Scorzè nel ‘500
Nel Cinquecento l’attuale Comune di Scorzè con le sue frazioni era così suddiviso:
1.Scorzè faceva parte della Podestaria di Noale.
2.Rio San Martino, assieme a Grion e Gallese, faceva parte della Mestrina di sopra.
3.Cappella, allora Cappella di Martellago, e Peseggia facevano parte della Podestaria di Mestre.
4.Gardigiano faceva parte della Mestrina di Sotto.
Scorzè nel Cinquecento
Dalla storia di Scorzè nel Cinquecento risalta l’emergere di alcune famiglie locali. Tra queste ricordimao le famiglie Pamio e Pizzolato. La famiglia Pamio è una delle più ricche di Scorzè e tra i vari terreni possiede “un mulino con due ruote”, che sappiamo essere il Mulino Pamio Soranzo, ora più noto come Mulino dei Todori.
Caso emblematico quello di Tommaso Pizzolato, che diventato cittadino di Noale, poi perse tale titolo perché continuava a svolgere il lavoro di contadino.
Nel 1565 una forte grandinata colpisce la condizione già disagiata dei nostri contadini: così commenta lo Spagnolo: “In quest’anno dunque disgrazie materiali con grave grandinata, sofferenze e miseria per molte famiglie, quando allora l’unica risorsa per la maggioranza delle famiglie era il ricavato dei raccolti dei campi, che arrivavano forse sempre in ritardo e in misura scarsa, ma più grande ancora era la miseria spirituale, clero compreso, di quegli anni. La Riforma del Concilio di Trento e l’opera instancabile dei vescovi di Treviso porteranno un miglioramento di vita spirituale, specie per questo momento l’opera del vescovo Giorgio Corner, il rinnovamento della diocesi”.
Le visite pastorali, in seguito alle decisioni del Concilio di Trento (1545 – 1563) diventano dei veri interrogatori dei fedeli e collaboratori dei preti per verificare la buona condotta e moralità dei sacerdoti. Da una testimonianza veniamo a sapere dell’esistenza di una prima scuola a Scorzè. I sacerdoti in una casetta poco distante dal sagrato della chiesa tenevano lezione ad alcuni giovanetti del paese, ma per le malelingue tale prima scuola venne chiusa.