Peseggia grazie alla disponibilità di fertili e floride terre fu fin dal 1400 meta dei nobili veneziani che la scelsero come meta per costruire le loro case di villeggiatura molte delle quali sono giunte fino ai giorni nostri e che abbelliscono ed impreziosiscono il paese tutt’ora.
L’edificio più antico e prestigioso è Cà Bernardo Morchio databile tra la fine del 1300 e gli inizi del 1400 appartenuta anche a Cristoforo Moro nobile veneziano e cugino del Doge. Al suo interno conserva una serie di splendidi affreschi del XVI secolo attribuibili ad un seguace del Pozzoserrato: nel salone centrale le pareti sono affrescate con raffigurazioni legate alla vita ed alle attività nelle campagne durante le varie stagioni mentre le stanze interne raffigurano una serie di scene bibliche; affreschi tutti saggiamente curati e conservati dagli attuali proprietari Favaro.
Altra villa di notevole interesse architettonico è villa Bragadin Facchinappartenuta al conte Zilio Bragadin primo sindaco del comune di Scorzè. La sua mole imponente con la lunga barchessa laterale porticata ne fanno uno dei gioielli del centro del paese. Così come villa Spangaro che immersa nelle lussureggianti campagne svetta dalle fronde degli alberi con le sue due barchesse laterali lungo la strada che porta a Zero Branco.
Numerose sono le ville venete di Peseggia tra le quali villa Tasca, la Barchessa, villa Buratti, Cà Marzari Busatto, palazzo Merli, villa Massa e palazzetto Berton; numerose anche quelle ormai scomparse come la memorabile Cà Falier e villa Luca Grimani.
Tra le bellezze artistiche di Peseggia compaiono anche le due chiese: quella vecchia intitolata a San Nicolò realizzata già dal 1473 e consacrata nel 1709 all’interno conserva ancora pregevoli affreschi ottocenteschi del Bevilacqua rappresentati l’adorazione dei pastori e il sacrificio di Abramo. La nuova chiesa invece venne consacrata nel 1940 in sostituzione della precedente ormai insufficiente per la comunità peseggiana; su progetto dell’architetto Candiani vennero realizzati il nuovo campanile nel 1929 sullo stile delle torri senesi, e la chiesa in stile bizantino moderno. Oggi la chiesa intitolata anch’essa a San Nicolò porta anche il titolo di Santuario dell’Addolorata.
Nelle campagne sono presenti due graziosi oratori gentilizi uno dedicato a San Paolo (di epoca memorabile) e l’altro a Sant’Antonio del 1928 i quali attraggono a se ancora oggi, specialmente nel mese di maggio, gruppi di fedeli raccolti in preghiera.